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Posts Tagged ‘taranto’

Ma con la tessera del tifoso, non si dovevano riportare le famiglie allo stadio? Non si dovevano evitare quei divieti tanto antipatici?

Il campionato di A comincerà questo week end. Serie B e lega Pro hanno già giocato la prima.

In barba all’introduzione di questo straordinario strumento, risolutore di ogni problema di ordine pubblico, domenica scorsa la trasferta di Sorrento è stata vietata ai supporters della Salernitana. Restando in Campania, domenica prossima porte chiuse al S.Francesco di Nocera in occasione del derby Nocerina-Cavese (sempre nonostante le tessere sottoscritte dai tifosi delle due squadre campane).

Ma il vero e proprio capolavoro surrealista è il caso dell’Atletico Roma, terza squadra della capitale impegnata in Prima Divisione di Lega Pro (ex c1).

La compagine capitolina infatti, disputa le proprie partite casalinghe nello splendido stadio Flaminio. Impianto da 24.000 spettatori, sempre gremito quando l’Italia di rugby gioca le partite del “6 nazioni”.

Bene, questo stesso stadio, tempio nazionale per gli amanti della palla ovale, per il calcio è ritenuto inadeguato!!!

Secondo il questore di Roma non sussistono al momento i requisiti minimi disposti dalle direttive del ministero dell’Interno e dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e dunque in attesa del completamento degli adempimenti necessari, per l’incontro di calcio Atletico Roma-Taranto Sport in programma sabato, verra’ consentito l’accesso ai soli possessori della Tessera del Tifoso.

Ma non è tutto. A rendere questa situazione ancor più grottesca c’è il caso del Pomezia Calcio. La cittadina pontina s’è vista catapultata in 2 Divisione, grazie ad un ripescaggio della squadra locale, ed essendo sprovvista di un impianto adeguato (in questo caso è vero) ha chiesto asilo presso l’altrettanto indegno (?) stadio Flaminio!

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Taranto-Nocerina di Coppa Italia, i tifosi molossi incuranti della scarsa rilevanza dell’incontro giungono in buon numero allo Jacovone. Con loro qualche vessillo rossonero e la pezza che ricorda un amico scomparso: Enzo.

Anche questa volta lo stadio di Taranto è teatro di scene surreali. I tifosi campani abbandonano il settore e vanno via dopo che le forze dell’ordine impediscono loro l’esposizione dello stendardo dedicato ad Enzo.

L’episodio ricorda quanto accaduto proprio ai sostenitori del Taranto qualche giorno fa, multati per aver esposto uno striscione in ricordo di Antonello, tifoso tarantino scomparso.

Ci siamo stancati anche di commentare notizie del genere, ma non possiamo esimerci dal pubblicarle.

Antonello ed Enzo perdonate loro, perchè non sanno quello che fanno!

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Clamorosi sviluppi per le note vicende di Taranto-Reggiana

La Nord tarantina prende una decisione drastica, in aperta polemica con la questura del capoluogo jonico.

Riportiamo parte del comunicato diffuso dalla curva tarantina:

“Tutti sono bravi a pretendere dalla nostra Curva un tifo sano e genuino, ma, proprio noi che quest´anno ci siamo comportati in maniera esemplare, siamo stati bersaglio di multe per aver solo e soltanto avuto la colpa di aver incitato la nostra squadra e ricordato un amico che ora non c´è più. La Questura di Taranto afferma che ci sono delle leggi da far rispettare, ma in realtà una legge che dice che non si possono esporre striscioni o che non si possa stare sulle balaustre non esiste. Al massimo, possono esistere semplici circolari che la Questura di Taranto ha tramutato in legge e applicato in modo tutto suo. Purtroppo questa situazione surreale all´interno del nostro stadio non è più dovuta alla nostra volontà, ma all´atteggiamento arrogante delle Forze dell´Ordine. E´ proprio per questo motivo che come Curva Nord stiamo raccogliendo tutti i nostri abbonamenti da restituire alla società, perchè in queste condizioni non ci sono più gli stimoli per poter sostenere la propria squadra. Tifare Taranto non è reato…”

Ancora più clamorosa la risposta del presidente D’addario che attraverso un comunicato stampa risponde ai tifosi:

“Comprendendo lo stato d’animo e le motivazioni dei propri sostenitori di Curva Nord, ci auguriamo un rasserenamento della situazione. La società comunica che non ha alcuna intenzione di ricavare un beneficio economico dall’eventuale restituzione degli abbonamenti di Curva Nord dei nostri tifosi. Rimborseremo, dunque, coloro i quali vorranno restituire il proprio abbonamento di Curva Nord, acquistato con entusiasmo e, spesso, sacrificio….”.

Per capire il clima che si respira a Taranto e come si è arrivati a questa situazione di esasperazione che accomuna società e tifosi vi rimandiamo a due post di qualche tempo fa :

–  A Taranto non si può tifare

A Taranto non si può fare calcio

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di Antonello Napolitano – 28/09/2009 su Febbre a 90

C’era lo sciopero del tifo ieri allo Iacovone. L’intento era di protestare contro le nuove multe elevate nei confronti di alcuni ragazzi della curva nord. La loro colpa: aver esposto uno striscione con la scritta “Antonello vive”. Per chi non lo sapesse, Antonello era uno dei trascinatori della curva scomparso qualche anno fa. La legge è legge, e nessuno può obiettare che quei ragazzi l’abbiano violata. Tuttavia esiste il buon senso. Esiste anche una gamma di violazioni minori, che le autorità di polizia spesso tollerano: dai parcheggiatori abusivi alla guida senza casco o cintura. E’ evidente come il mancato rispetto di talune regole possa comportare un costo sociale ben più alto. Per quanto ci si possa sforzare, non riusciamo a capire quali conseguenze quello striscione avrebbe potuto causare alla collettività. Lo comprenderemmo se lo stesso avesse inneggiato alla violenza, al razzismo o all’intolleranza. Ma “Antonello vive” è solo un modo per ricordare una persona che non c’è più. Eppure a qualche ragazzo, l’aver voluto perseverare quel ricordo è costato 166,00 euro. Ieri è toccato ai pacifici ultras della Reggiana incappare nei rigori della legge. Improvvisamente, un fitto plotone di agenti del reparto mobile con in testa i caschi blù, ha fatto la sua apparizione nel settore ospiti per far rimuovere dei piccoli striscioni. Nessuno di questi recava frasi offensive o che inneggiassero all’odio. Per quasi tutta la gara è stato un continuo confronto tra le parti. Solerti funzionari hanno tallonato tutti coloro che reggessero una pezza per farli desistere dall’illegalità.

Immaginiamo che molti di loro saranno in seguito mutati o diffidati. Venti minuti dopo l’inizio della ripresa, i tifosi reggiani hanno abbandonato il settore loro riservato. Il gesto è stato dapprima salutato, con applausi e slogan, e poi imitato anche dagli ultras del Taranto.

Ma non è tutto.

In tribuna, altri agenti si sono preoccupati di far spostare da un gradone un disabile su sedia a rotella.

Meno male che più tardi il sindaco Stefano si è adoperato affinché tutti i disabili entrassero sul terreno di gioco. Ci sfugge la logica di tutto ciò. Perché non tollerare gli striscioni, visto che non recavano frasi offensive e non c’era stata nessuna manifestazione di violenza? Persino il presidente D’Addario ha affermato di essere stanco di taluni divieti e di questa “guerra” che contrappone gli ultras alla polizia. Non è stato rischioso far entrare un plotone di celerini in tenuta antisommossa? Non si era detto che la stessa presenza della polizia in qualche modo, per i più esagitati, potrebbe rappresentare un incitamento alla violenza? Ma il problema non è la polizia, che spesso non ha nemmeno i fondi per alimentare gli automezzi, ed il cui compito in fin dei conti è far rispettare la legge. Se poi all’interno, c’è qualcuno che ha deciso di dare sfogo al suo zelo, multando e diffidando chi issa innocui striscioni, per questi non possiamo che provare un sentimento di tristezza. Anche perché i reati gravi non sembrano diminuire. E se i furti e le rapine, secondo quanto rende noto il Viminale, calano è forse solo perché la gente è stanca di sporgere denunce che non avranno seguito. Ma non è contro la polizia, tra le cui fila c’è tanta gente seria e preparata, che vogliamo infierire. Il problema vero è la politica, di destra e di sinistra, che si ritrova unita nel promuovere una repressione a tutto campo il cui obiettivo sembra essere ben oltre la semplice eliminazione dei teppisti. Combattere la violenza negli stadi è, infatti, cosa ben diversa dal voler eliminare ogni forma di colore ed allegria al loro interno. Il sospetto è che si voglia allontanare sempre più la gente dagli stadi per favorire la diffusione delle pay-tv. Non permettere l’esposizione di striscioni di qualsiasi natura comincia a diventare un problema serio di democrazia. Lo striscione è uno strumento di libera espressione e, se non contiene incitamenti all’odio, la sua esposizione non deve essere vietata o soggetta ad alcuna autorizzazione. Questa legge va cambiata e subito. Non è un problema degli ultras, ma di tutti i cittadini che ancora hanno a cuore la libertà di pensiero. La maggior parte dei quali non si accompagna ad “escort” o tira coca.


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Non c’è pace per Taranto e per la tifoseria rossoblu. Non molto tempo fa parlammo dell’incredibile situazione nella città jonica, e  titolammo il post “A Taranto non si può tifare“. Alla repressione spietata che colpisce i sostenitori tarantini  va però aggiunto l’accanimento diretto perfino contro la società. Riportiamo il comunicato del Taranto Sport:

“In data odierna è stata notificato alla Taranto Sport l’ennesimo verbale di accertamento e contestazione di violazione amministrativa L. n° 689/81, da parte delle competenti Autorità di Polizia di Stato, per il considerevole importo di €. 8.627,00, riferito alla gara Taranto-Pistoiese, disputata allo stadio comunale “Erasmo Iacovone” di Taranto il 5 aprile 2009, in quanto, “in occasione dell’incontro predetto, i varchi ed i tornelli dello stadio comunale “Iacovone” non erano presidiati da sufficiente personale appositamente incaricato”. Appare inverosimile vedersi notificato il suddetto verbale, sebbene la società, in occasione della predetta gara, ha assolto dettagliatamente a tutte le indicazioni impartite dal G.O.S. riunitosi nella settimana precedente la gara. La Taranto Sport nulla ha mai lesinato, assolvendo a pieno alle indicazioni della Questura di Taranto, sebbene il più delle volte, penalizzanti e gravosi per la società.
A tal proposito giova elencare le gare disputate dalla Taranto Sport, oggetto di verbali amministrativi elevati dagli Organi di Polizia:

Evento in calendario il giorno 08/02/2009 Taranto-Marcianise €. 25.881,00.

Evento in calendario il giorno 01/03/2009 Taranto-Ternana €. 8.627,00.

Evento in calendario il giorno 05/04/2009 Taranto-Pistoiese €. 8.627,00.

Il totale delle ammende amministrative alla data odierna è pari alla somma di €. 43.135,00.

Considerato il lunghissimo periodo di chiusura dello stadio, per problematiche connesse alla omologazione della struttura sportiva comunale, che hanno oltremodo fatto insorgere gravissimi e pregiudizievoli disagi alla Taranto Sport, il dato appare molto preoccupante, se si considera che da quando lo stadio “Iacovone” è stato riaperto alla fruizione pubblica, la Taranto Sport deve sopportare sistematicamente la notifica da parte dell’Autorità Giudiziaria, di ingenti ammende.

Considerati i tempi tecnici di notifica, si spera di non dover vedere allungata la lista con altri balzelli riferiti a Taranto-Cavese.

E’ oltremodo insopportabile vedersi notificati i verbali amministrativi con estrema puntualità, sebbene la società adempia minuziosamente a tutte le indicazioni impartite dagli Organi di Polizia, durante la riunione settimanale del G.O.S., rappresentata dal responsabile alla sicurezza, dott. Persico, non lesinando risorse ed energie, nell’adoperarsi per il rispetto della legge nazionale.A tal proposito conviene precisare che, in deroga a quanto stabilito dalla norma nazionale, in occasione delle gare casalinghe, la Taranto Sport accetta incondizionatamente tutte le indicazioni impartite dalla Questura relativamente al maggior numero di steward da disporre, con ciò sopportando innumerevoli sacrifici economici, puntualmente mal ripagati.E’ increscioso sopportare il gravissimo onere aggiuntivo delle ammende amministrative, sebbene la società adempie puntualmente a tutte le minuziose indicazioni impartite dalla Questura. Sovviene spontaneo pensare che la società non può ritenersi sempre unica responsabile delle deficienze organizzative. C’è invece d considerare altresì la precisa e incontestabile responsabilità degli Organi Giudiziari preposti alle preventive verifiche di controllo. Va considerato che tra molteplici difficoltà e a proprie spese, la società ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di struttura qualificata per svolgere attività formativa in materia di “stewarding”.A fronte di tutto ciò, dopo umana e legittima riflessione, questa Società, pur consapevole di penalizzare oltremodo la propria tifoseria e se stessa, nel contestare fermamente l’ennesima decisione adottata in suo danno dagli Organi di Polizia, con grande disappunto ed in forma di protesta, potrebbe decidere di disputare la prossima partita casalinga Taranto-Potenza a porte chiuse, pur essendo questa gara di fondamentale importanza per le sorti finali del campionato”. (Presidenza Taranto Sport)”

Non bastava aver disintegrato la tifoseria tarantina, una delle più calde d’Italia, adesso si passa ad osteggiare il sodalizio calcistico. Per una squadra di serie C1, un’intera stagione a porte chiuse, condita con multe salatissime e  proventi da diritti televisivi prossimi allo zero potrebbero causare il tracollo economico, evidentemente a qualcuno va bene così.

Chiediamo pertanto scusa ai lettori, abbiamo sbagliato.

Non è vero che “A Taranto non si può tifare”, a Taranto non si può fare calcio!



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Se ci chiedessero quale città potrebbe essere eletta a simbolo della repressione contro ultras e tifosi, risponderemmo senza esitare: Taranto! Certamente una delle tifoserie più turbolente del panorama italiano, alla quale tuttavia è stato riservata una maniacale attenzione repressiva.

Taranto non è una città facile, è la città più operaia del sud, la più inquinata e la criminalità sta tornando quella di una volta. Mettiamoci pure la crisi e la disoccupazione ed il quadro non è affatto roseo. Eppure tutto passa in secondo piano, la preoccupazione principale procurata dalla città jonica alle autorità sembrano essere i tifosi della squadra locale.

Sandri viene ucciso ad Arezzo ed a Taranto, come a Bergamo, scatta la protesta più violenta. Quanto dovranno pagare ancora i tarantini la sospensione della partita interna con la Massese, di quel maledetto 11 novembre 2007?

Quest’anno, lo Jacovone è rimasto chiuso per tantissimo tempo per lavori di adeguamento e di trasferte agli jonici ne sono state permesse davvero poche.

In una lettera firmata al Corriere del Giorno un cittadino ci illustra in maniera chiara, il clima da tolleranza zero vissuto dai supporters jonici:

Egregio Direttore,
ogni cittadino di Taranto, assiste da qualche tempo ad un visibile ritorno tra le nostre strade, di episodi delinquenziali come furti, rapine, stupri, attentati dinamitardi e agguati con arma da fuoco, nonché di fenomeni un tempo dimenticati come il contrabbando di sigarette. Un crescendo di criminalità, un tempo sopita ma mai debellata, che con l’alibi della crisi e della disoccupazione cerca di prendere possesso del nostro territorio, delle nostre vite, della nostra tranquillità. Se ne occupano tutti gli organi di informazione; ma nessuno mai chiede conto alle istituzioni che dovrebbero garantire sulla nostra sicurezza, di come hanno intenzione di combattere questi fenomeni. Queste autorità snocciolano statistiche che dimostrerebbero un calo di fenomeni delinquenziali. Statistiche evidentemente confutabili sul nostro territorio. Di contro si nota un’attenzione costante e maniacale, con dispiegamento di ingenti risorse, nei confronti del tifo calcistico locale. Un atteggiamento non preventivo ma pretestuoso, con divieti che al cittadino perbene, quello che paga il biglietto, le tasse, che segue le regole del vivere civile, possono sembrare non solo eccessivi, ma addirittura incostituzionali. Come se il tifoso fosse l’apice del male assoluto. Una persona perbene non può andare in trasferta, magari a farsi una mangiata con la famiglia o con gli amici prima di una giornata di sport.
Trasferte che prima si facevano in tranquillità ora non sono più possibili. Forse perché qualcuno ha la coda di paglia? Come si fa, ad esempio, a rilasciare comunicati in cui si dice che Potenza è trasferta a rischio per “gravi precedenti tra le tifoserie”, quando tutti sanno che non è vero? Si ingenera il sospetto che si vogliano scaricare su un’intera comunità le manchevolezze o gli atteggiamenti di prevaricazione e di protervia che spesso hanno contraddistinto certi “rappresentanti” dell’ordine pubblico. E’ mortificante giungere allo stadio e sentirsi dare del tu da ragazzini in uniforme che potrebbero essere tuoi figli, o sentirsi le mani addosso oppure il metal-detector, manco fossimo potenziali terroristi. Per questo si chiede chiarezza. Che le istituzioni facciano il proprio dovere con equilibrio e che facciano sentire i tifosi protetti e non perseguitati. E i tifosi del Taranto, in questo momento, stanno dimostrando grande civiltà e capacità di sopportazione. O forse questo da fastidio a qualcuno?
Grazie
Nicola Dolente

Alla luce di questa situazione la tifoseria tarantina prende una posizione durissima, di seguito il comunicato della Curva Nord:

A DIFESA DEI NOSTRI IDEALI…

Una stagione calcistica, così critica, di sicuro, Taranto ed i suoi tifosi, nella loro storia non l’ hanno mai vissuta ; difficile immaginare come sia possibile che una squadra disputi, in un campionato, gran parte delle proprie gare casalinghe a porte chiuse, senza il calore del proprio pubblico, come sia altrettanto inspiegabile il tanto accanimento dell’osservatorio e del CASMS nei nostri confronti, che dall’inizio di questa tribolata stagione ci ha vietato quasi tutte le trasferte, calpestando, con totale menefreghismo, senza che qualcuno intervenisse, la dignità dei tifosi tarantini e la dignità di noi tutti cittadini di Taranto, una città in se per se già travagliata da tantissimi problemi e che di sicuro non aveva bisogno di questa costante etichettatura domenicale di città criminale.

Abbiamo cercato di replicare a queste assurde situazioni e restrizioni che ci sono state imposte, manifestando il nostro dissenso sempre in maniera CIVILE cercando quantomeno di sostenere e di non abbandonare mai i nostri amati colori in maniera sempre coerente e costante. Non possiamo dimenticare infatti, il sostegno avvenuto dall’esterno dello stadio nelle gare contro il Foligno e l’Arezzo, che non hanno portato a nessuna “turbativa di ordine pubblico” e che è conseguito solo nella vittoria della nostra squadra che ha conquistato sei punti in classifica fondamentali per la nostra auspicata salvezza.

Dopo essere stati privati a lungo del nostro stadio, e dopo aver assistito a molteplici episodi che considerare assurdo è ben poco, c’ è stato possibile ritornare finalmente nella nostra amata curva, cercando di dimenticare presto tutti i torti già subiti. Nelle gare casalinghe, infatti, esemplare è stato il nostro comportamento sugli spalti, dove abbiamo sostenuto la nostra squadra, con tanto di quell’amore che è difficile quantificare in queste semplici righe.

Nonostante l’assurda repressione che abbiamo subito dall’inizio della stagione, come se fosse stato poco quello che avevamo già pagato, in settimana, ad alcuni esponenti dei gruppi, la cui unica colpa è stata quella che più di altri si sono prodigati per coordinare il tifo dei nostri amati colori, sono state notificate assurde sanzioni. Forse è il primo caso avvenuto in Italia, che riassume al meglio l’enorme esagerazione della Questura di Taranto, forse un pò troppo attenta a far rispettare le leggi antiviolenza, che occuparsi di problemi davvero più seri, dei quali è afflitta la nostra splendida città.

Proprio a seguito di questi inspiegabili verbali e di questo nuovo capitolo di esagerata repressione nei nostri confronti sono dovute le nostre opportune considerazioni; è vero che esistono delle normative sull’antiviolenza che devono regolare il comportamento sugli spalti, ma è anche vero, comunque, che in Italia la legge è uguale per tutti ed invece non lo è stato, e non lo è tutt’ora per noi, rispetto a ciò che avviene domenicalmente nelle altre città italiane. Come lo spieghiamo allora che nelle serie A e B, come se nulla fosse successo dopo l’introduzione di queste leggi, si continuano a portare striscioni, bandiere e in molti casi accesi anche fumogeni e torce? Perché Taranto deve pagare sempre un prezzo superiore agli altri? Come mai tanto accanimento nei confronti della nostra piazza? In molti casi sembra come se queste leggi antiviolenza debbano essere rispettate solo a Taranto, infatti , in nessun altro stadio d’Italia si è visto un così cieco accanimento, contro gli ultras, in maggior ragione del fatto che, proprio noi, che ci siamo presi sempre le nostre responsabilità dei nostri comportamenti, in queste giornate abbiamo avuto solo la colpa di essere stati protagonisti di un comportamento unico ed esemplare. Evidentemente negli altri stadi d’Italia, lo spettacolo deve continuare mentre a Taranto qualcuno ha deciso di volerlo fermare.

Dopo l’arrivo di questi provvedimenti, ennesimo ed incredibile abuso nei nostri confronti, possiamo affermare, senza scanso di equivoci, che di sicuro a Taranto non si può più tifare. Per questo motivo, con sommo rammarico, i gruppi Ultrapaz, Gruppo Zuffa, Psyko Group, Nevrotik, Angeli della Nord, Ultracep, comunicano, che per il resto della stagione, si asterranno dal tifare, per far capire, soprattutto a coloro che sono diffidenti nei nostri confronti e che ci vogliono fuori dagli stadi, come sia incolore una partita di calcio senza ultras.

Ci dispiace aver intrapreso questa decisione, in un momento determinante e delicato della nostra stagione, la squadra ha bisogno di noi e sicuramente anche noi abbiamo ancora tanta voglia di sostenerla fino a portarla alla salvezza ma, evidentemente, qualcuno dall’alto, vuole il male dei tifosi del Taranto e delle nostri sorti sportive.

Fonte: www.tarantosupporters.com

Quando a Taranto si poteva tifare...

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